Livello tecnico: principiante/intermedio Numero partecipanti: minimo 5, massimo 10 (il corso verrà attivato solo al raggiungimento del numero minimo di partecipanti) Numero lezioni: 13 (5 lezioni teoriche, 4 pratiche sul campo, 4 sessioni di editing) Periodo del corso: da definire Sede principale:CityLab, Piazza San Francesco (Centro Storico di Grosseto) Prezzo: 350 €
Promozioni:
310 € per chi ha già frequentato uno dei nostri corsi di fotografia nel 2020 (corso base, corso di viaggio, corso di ritratto, corso di post-produzione e LAB).
Puoi acquistare il corso di introduzione al reportage ed il corso di post produzione al costo di 500 € anziché 550 €.
Il corso di introduzione al reportage è finalizzato a fornire agli allievi gli strumenti di base per la realizzazione di un racconto fotografico. Il programma è articolato su 5lezioni frontali teoriche, 4lezioni pratiche sul campo e 4 sessioni di editing delle foto realizzate dagli allievi.
I partecipanti dovranno raccontare la difficile convivenza tra uomo e lupo nei territori della Maremma e delle Alpi Apuane, ripercorrendo il progetto Con i Lupi alla Porta, realizzato da due dei docenti (Francesco Rossi e Matteo Franchi) e pubblicato su National Geographic Italia.
Argomenti
Il reportage fotografico, raccontare una storia con le immagini
Individuare una storia
Progettare un reportage
Le interviste
Scrivere testi e didascalie
L’editing: selezionare le foto
Calendario e Orari delle Lezioni
Giovedì 16 Aprile 2020 dalle 21.00 alle 23.00, lezione teorica in aula
Domenica 19 Aprile 2020 tutto il giorno, lezione pratica sul campo (la data verrà confermata nelle prossime settimane)
Martedì 21 Aprile 2020 dalle 21.00 alle 23.00, editing delle foto realizzate durante la lezione pratica
Giovedì 23 Aprile 2020 dalle 21.00 alle 23.00, lezione teorica in aula
Sabato 25 Aprile e Domenica 26 Aprile 2020, lezione pratica sul campo con pernottamento in rifugio (Alpi Apuane, la data verrà confermata nelle prossime settimane. Pernottamento compreso nel prezzo del corso)
Martedì 28 Aprile 2020 dalle 21.00 alle 23.00, editing delle foto realizzate durante la lezione pratica
Giovedì 30 Aprile 2020 dalle 21.00 alle 23.00, lezione teorica in aula
Domenica 10 Maggio 2020 tutto il giorno, lezione pratica sul campo (la data verrà confermata nelle prossime settimane)
Martedì 12 Maggio 2020 dalle 21.00 alle 23.00, editing delle foto realizzate durante la lezione pratica
Giovedì 14 Maggio 2020 dalle 21.00 alle 23.00, lezione teorica in aula
Domenica 17 Maggio 2020 tutto il giorno, lezione pratica sul campo (la data verrà confermata nelle prossime settimane)
Martedì 19 Maggio 2020 dalle 21.00 alle 23.00, editing delle foto realizzate durante la lezione pratica
Giovedì 21 Maggio 2020 dalle 21.00 alle 23.00, lezione teorica in aula con editing finale
Il gregge di daniela davanti alla porta del paese
Fernando trova i resti di una delle pecore del suo gregge. La carcassa è vecchia di alcuni mesi ed è impossibile dedurre le cause della morte, ma lui non ha dubbi che, come spesso accade, sia opera di lupi o ibridi.
Fernando sostiene che fino al 1983, in zona si verificavano solo attacchi sporadici, ma da allora sono cresciuti in numero e frequenza,
causando alla sua piccola azienda un danno che stima in circa 200.000 €.
I numeri del fenomeno, analizzando il settore dell’allevamento nel suo complesso, possono sembrare piccoli, se paragonati ai danni che, ad esempio, può causare una stagione di siccità all’agricoltura, ma se consideriamo che la gran parte del tessuto produttivo locale è
costituita da piccole realtà a conduzione familiare, le conseguenze di un attacco possono essere catastrofiche per la singola azienda.
Nel corso di un attacco in cui vengono predate poche pecore, si può verificare anche la morte di 50 capi di bestiame, calpestati dal
gregge in preda al panico. A questi vanno aggiunti i danni indiretti dovuti allo stress subito dalle pecore sopravvissute (perdita degli
agnelli, riduzione della produzione di latte). Con greggi che spesso contano appena 100-150 capi, questi numeri rappresentano una per-
dita considerevole.
Francesca, la casearia dell’azienda dei Murceti.
L’azienda nasce dalla volontà di Sinibaldo, padre di Francesca, di restaurare un paesaggio ed uno stile di vita che l’abbandono delle terre ha cancellato.
Per Lorenzo, marito di Francesca, Il lupo ormai è sul territorio e, purtroppo, non si può fare altro che imparare a conviverci. Si deve insegnare agli allevatori quali precauzioni adottare per difendersi dagli attacchi, ma visto che queste soluzioni comportano un incremento dei costi per le aziende, si deve fare anche in modo che chi consuma i prodotti caseari si renda conto di cosa implichi, per i produttori, la convivenza con il lupo.
“Comprando nella grande distribuzione non si aiuta il lupo. Lo si aiuta solo comprando i prodotti dei pastori che decidono, nonostante tutto, di restare su questi territori a fare presidio”.
Daniela nella sua capanna sui pascoli del Monte Labbro.
In estate, quando la temperatura lo permette, spesso dorme qua, da sola, senza elettricità e acqua corrente, per sorvegliare il suo gregge.
Il gregge di Daniela attraversa la piazza centrale di Roccalbegna, un paese che sorge sulle pendici del monte Amiata.
La sua è una delle poche aziende rimaste attive nella zona.
Secondo Fernando, uno dei tanti allevatori critici verso le iniziative di conservazione e tutela del lupo, la pastorizia è probabilmente
l’ultima spiaggia della piccola agricoltura ed il ritorno dei predatori la mette a rischio.
Nei territori dove si viveva solo di questo, le pecore spariscono e con esse i pastori e le loro famiglie.
L’agricoltura delle piccole imprese era il volano dell’economia rurale, se queste dovessero chiudere i battenti, le campagne ed i paesi si svuoterebbero.
Fernando è convinto che, presto, i piccoli allevatori ed agricoltori verranno soppiantati dalle grandi aziende, con un passaggio a forme di sfruttamento intensivo del territorio. A quel punto, l’articolato paesaggio maremmano, che vede l’alternanza di aree boschive, campi coltivati, vigneti, pascoli ed uliveti, verrà coperto da ettari ed ettari di monoculture, con grave danno alla biodiversità locale.
Dylan ed il suo collega fanno parte di un gruppo di tosatori australiani, che ogni anno, in primavera, fanno il loro tour nelle aziende tos-
cane.
Le pecore devono essere tosate prima dell’arrivo del caldo, ed il loro vello, una volta venduto per la realizzazione di prodotti tessili, oggi non ha quasi più valore sul mercato.
La tosatura può arrivare a costare il triplo di quanto viene ricavato dalla vendita della lana ed è solo uno dei tanti costi che le aziende devono sostenere.
In un contesto economico difficile, col prezzo del latte in caduta libera, costretti ad una infinita sequela di adempimenti burocratici, espo-
sti alla minaccia delle predazioni, vessati dalle pratiche di boicottaggio indiscriminato promosse da alcune associazioni animaliste
estremiste, i piccoli allevatori si sentono spesso stigmatizzati ed abbandonati a loro stessi.
Tosatori Australiani
Considerare l’essere umano come elemento distruttivo ed antagonista al concetto di natura è profondamente sbagliato.
Le aree rurali costituiscono una risorsa fondamentale per tutta la società, e l’uomo, con le sue attività, può svolgere un ruolo
decisivo nella loro conservazione.
Il paesaggio maremmano, come del resto la gran parte del territorio italiano, è fortemente antropizzato. Le attività umane lo hanno
modellato e contribuiscono in misura determinante al suo mantenimento.
In Maremma, ed in molte altre aree d’Italia, non si può parlare di ambiente e territorio tracciando una netta linea di demarcazione tra uomo e natura, perché anche ciò che appare selvaggio ed incontaminato è in realtà sempre il risultato dell’azione umana.
Fernando mostra le foto di un attacco.
La Regione Toscana prevede dei rimborsi per i capi predati. Dal 2014 al 2016 ha destinato circa 2.330.000 € agli indennizzi1 ,ma ogni azienda può usufruire al massimo di 15.000 € nell’arco di un triennio. Inoltre le procedure per richiederli sono lunghe e complesse, perciò spesso capita che le predazioni non vengano denunciate. Ciò rende probabile che le statistiche ufficiali sul fenomeno siano ampiamente sottostimate.
Ma il lupo non è l’unico predatore presente sul territorio, i responsabili degli attacchi possono essere anche ibridi e cani vaganti. L’ASL Toscana Sud Est sta attuando delle misure per ridurre la presenza di cani vaganti e randagi nelle aree rurali, per limitare il rischio di
predazioni e, soprattutto, per evitare che si incrocino con i lupi, incrementando la popolazione di ibridi.
1 Dati forniti da Paolo Banti, dirigente Gestione Faunistica e Venatoria della Regione Toscana, in occasione della conferenza “Pastorizia e Predazione” tenutasi il 2 Dicembre 2016 presso il polo universitario di Grosseto.
In presenza di una minaccia il gregge si raduna attorno ai cani da guardianìa.
I cani da guardianìa possono rappresentare un modo per ridurre il conflitto tra allevatori e predatori, ma perché siano
efficaci e non si trasformino in un ulteriore problema per le aziende, devono essere gestiti nel modo giusto.
Un cane ben addestrato, in presenza di una minaccia, non si allontana dal suo gregge. Questo, oltre a rendere più efficace la sua
azione, riduce il rischio per chi si trova ad attraversare i pascoli.
L’introduzione del cane nel nuovo gregge richiede tempo e dedizione e deve avvenire nei primi mesi di vita. Durante questa fase, con
costanza, vanno corretti tutti i comportamenti sbagliati.
Il cane non sarà effettivamente in grado di proteggere il gregge fino al raggiungimento dei due anni di vita, perciò per le aziende rappresenta un investimento, i cui risultati si vedranno solo molto tempo dopo la sua introduzione.
Scheletro di un lupo ucciso da un bracconiere.
Questo lupo fu preso al laccio e finito con un coltello nel 1971. Il reperto, probabilmente, entrò poi a far parte della collezione personale di Giuseppe Guerrini, fondatore del Museo di Storia Naturale di Grosseto, e passò all’istituzione museale dopo la sua apertura.
Il lupo è un super predatore che si trova al vertice della catena alimentare, occupa grandi areali, e la sua conservazione implica la prote-
zione degli ecosistemi e delle altre specie che vivono nei grandi territori da esso occupati. Conservare un sistema ecologico, non significa fare in modo che tutte le specie al suo interno crescano di numero, al contrario, si deve cercare di mantenere uno stato di equilibrio
dinamico, che garantisca la biodiversità. Il lupo svolge un ruolo importante in questo senso, perché è l’unico predatore naturale dei gran-
di ungulati, che tanti danni causano all’agricoltura in molte zone d’Italia.
Il gregge di Daniela nel ricovero notturno sul Monte Labbro
Luisa esamina i filmati ripresi da una fototrappola per verificare la presenza del lupo nei pressi di un allevamento.
Lombarda di origine e naturalista di formazione, Luisa fa i bagagli giovanissima per inseguire i lupi in Maremma. Si scontra presto con il problema delle predazioni e capisce che il modo migliore per gestirlo è adottare una visione che metta insieme il mondo agricolo con quello della ricerca naturalistica.
Oggi è l’anima tecnica di DifesAttiva (spin-off del progetto Life MedWolf), un’associazione di allevatori che hanno adottato i cani da
guardianìa come strumento di prevenzione degli attacchi. Il suo scopo è quello di costituire una rete che permetta, agli allevatori che vorranno aderire, di ottenere gratuitamente i cani da altre aziende, ricevere supporto durante la fase di formazione e condividere le co-
noscenze relative alla loro gestione, maturate nel corso delle attività quotidiane. Inoltre, l’associazione cerca di valorizzare i prodotti delle aziende aderenti, nella speranza che i consumatori comprendano e premino i loro sforzi.
Una manifestazione del Partito Animalista Europeo durante la seduta della Conferenza Stato-Regioni per l’approvazione del Piano Nazio-
nale per la Gestione del Lupo.
Il punto 22 del piano è il più criticato dall’opinione pubblica, perché prevede la possibilità di abbattimenti selettivi.
Sono contemplati però altri 21 punti, che toccano aspetti relativi al monitoraggio e all’adozione di strumenti di prevenzione.
Il piano non piace a nessuno, né agli allevatori, che non lo ritengono risolutivo, né agli animalisti, che sono contrari alla misura degli abbattimenti e auspicano la bocciatura in toto del piano, la cui attuazione ad oggi è congelata. Nel frattempo gli animali, lupi e pecore, continuano a morire.
Le polemiche e le strumentalizzazioni hanno portato ad una forte polarizzazione, che preclude ogni possibiltà di dialogo.
E’ necessario che gli allevatori si rendano conto che, nel contesto attuale, non è più possibile affrontare i problemi con metodi vecchi di trent’anni, perché quel tipo di soluzione non è né efficace, né compatibile con i valori della società contemporanea. Dall’altra parte, in-
vece, si deve tornare ad una concezione meno ingenua del rapporto tra uomo e natura.
Simona, cinofila del nucleo antiveleni dei Carabinieri Forestali, all’opera con la sua malin Lapa. Il loro scopo è la ricerca di bocconi av-
velenati che spesso vengono impiegati per uccidere i lupi.
Il bracconaggio ai danni dei predatori è una pratica endemica in tutte le aree rurali d’Italia, ma non rappresenta certo una soluzione al problema. In Maremma, con l’inasprirsi della polemica, sono arrivati anche atti dimostrativi forti, come l’esposizione di carcasse di lupi nelle piazze dei paesi.
Wolf Houling
Fernando, pastore
Le pecore scendono dal piano di mungitura
Luisa, anima tecnica di DifesAttiva
Le pecore di Daniela nel loro ricovero notturno sul Monte Labbro
Docenti
Francesco Rossi: Dal 2009 si divide tra fotografia di matrimonio e documentaria. Come documentarista ha pubblicato su National Geographic Italia, l’Espresso e riviste minori. Come matrimonialista ha avuto l’opportunità di lavorare in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera e Bermuda. Con Matteo Franchi è coautore di Con i Lupi alla Porta pubblicato su National Geographic Italia. web instagram
Matteo Franchi: Fotografo e guida ambientale. Con Francesco Rossi è coautore di Con i Lupi alla Porta pubblicato su National Geographic Italia. instagram
Matteo Neri: Si occupa di fotografia, grafica e comunicazione dal 2007. E’ specializzato nel ritratto in ambito fashion advertising e collabora con aziende e riviste nel settore della moda. web instagram
Luca Deravignone: Fotografo e videomaker, dal 2012 è contributor per Getty Images per le foto di viaggio. Oltre a realizzare servizi foto e video, ha organizzato corsi di fotografia anche in collaborazione con Università italiane. web instagram
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