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Il 20 agosto 1931 nasce Bernhard Becher, detto Bernd. Quel Bernd che 30 anni dopo avrebbe sposato Hilla, formando una coppia che avrebbe scattato una famosa serie di foto che rivoluzionò il mondo della fotografia.
Fotografia industriale “alla Becher”
I tedeschi Bernd e Hilla Becher sono infatti diventati famosi per i loro studi sulla fotografia industriale, fondando la cosiddetta “scuola di Becher” o “scuola di Düsseldorf“, i cui concetti fondamentali continuano ad influenzare centinaia di fotografi in tutto il mondo.
Uno dei loro allievi, tra l’altro, è Andreas Gursky, del quale abbiamo parlato nella FotoCosa della foto più costosa di sempre.
Bernd e Hilla Becher iniziarono a collaborare insieme nel 1959, fotografando l’architettura industriale tedesca che stava scomparendo, battendo soprattutto la zona della valle della Ruhr, la stessa dove avevano lavorato anche i componenti delle loro famiglie, in miniere e stabilimenti industriali.
I capisaldi della loro visione sono la totale assenza di soggetti umani, o addirittura di elementi che possano ricordarli, l’assenza di colore, di luci ed ombre, di sfocature, riflessi e qualsiasi tipo di prospettiva che non sia quella frontale. Nelle loro foto non troverete nessuna linea obliqua che richiami la profondità.
A colpire il loro sguardo è soprattutto il design delle strutture, che loro fotografano dai quattro lati con la loro fotocamera 8×10, notando sempre più somiglianze e differenze, e facendo anche foto panoramiche degli interi impianti in modo da far capire la disposizione delle varie strutture. Tutto questo fa trasparire anche il loro interesse affinché queste strutture siano preservate.
La disposizione in “tipologie”
Tra i loro primi lavori “Anonyme Skulpturen” in cui le foto sono presentate a gruppi di tre, e Framework Houses, un catalogo di tipologie di strutture diverse, con un approccio che caratterizzerà molti dei loro lavori seguenti.
Le loro stampe alla gelatina d’argento portano nella didascalia solo l’ora e il luogo dello scatto. Dalla metà degli anni ’60 preferiscono raggrupparle per soggetto, in griglie di sei, nove o quindici, creando delle “tipologie” caratterizzate da immagini di strutture con funzioni simili. Gli spettatori in questo modo sono portati a confrontare le loro forme e design in base alla funzione, alla regione o all’età.
Al di fuori della Germania hanno fotografato anche in Gran Bretagna, Francia, Belgio e Nord America.