TRAME FESTIVAL

In attesa della quarta edizione del festival, che animerà il centro di Grosseto dal 25 al 27 maggio 2023, leggi qui la storia dell’evento di arte urbana e dai un’occhiata alle precedenti edizioni!

Serrande chiuse per arte aperta
2020 – 2022

33 artisti da tutta Italia, 39 serrande dipinte, 5 residenze artistiche, street art tour e tantissimi laboratori ed eventi correlati, grande partecipazione di pubblico ed entusiasmo. Questo, il bilancio dei primi 3 anni di TRAME festival: serrande chiuse per arte aperta.

“Quando si chiude una porta, si apre un portone” dice il proverbio, ma la verità è che spesso quella porta resta serrata e laddove c’era vita e fervore non rimangono che saracinesche abbassate, polvere e silenzio. È ciò che è accaduto, negli anni, nel centro storico di Grosseto che ha visto chiudere, uno dopo l’altro, negozi, magazzini, uffici e locali, e svuotarsi le sue strade.

Exit Enter in via Pantaneto – Trame Festival 2020

TRAME nasce nel 2020 per rispondere a questo fenomeno che riguarda nello specifico il capoluogo maremmano ma che, in realtà, interessa moltissimi piccoli centri del nostro Paese. Lo svuotamento e il degrado dei centri storici trasformano quello che era il cuore pulsante di tante cittadine in una nuova periferia, in cui a venir meno non sono tanto e solo le attività commerciali ma uno spazio di e per le relazioni umane.

Le grigie serrande del centro storico sono state così trasformate in una sorta di museo all’aperto, visitabile da chiunque in ogni momento.

Un progetto di riqualificazione urbana che porta l’arte e “il bello” nella nostra città, rendendoli fruibili a tutti, ma che è anche e soprattutto un’occasione di incontro e di crescita per chi la città la vive ogni giorno. Abbiamo, cioè, scommesso sulla creatività come mezzo per trovare nuove forme e motivi di interesse per i cittadini, per farli tornare a passeggiare lungo le vie ormai silenziose e cupe del centro e riempirle di chiacchiere, commenti, risate, riflessioni.

Gli street art tour e le attività che abbiamo organizzato in questi anni come corredo alle “serrande d’autore” realizzate dagli artisti hanno avuto precisamente questa funzione: riportare la gente per strada e creare occasioni per farla stare assieme, con l’intento di dare nuova linfa vitale a quel senso di appartenenza a un luogo e a una comunità che sembrava essersi assopito del tutto.

Se si considera che il progetto è nato e si è sviluppato nel pieno degli anni della pandemia, cioè della ferita alla collettività per antonomasia e della chiusura con la C maiuscola, si può facilmente intuire il portato dell’operazione. Sono state le parole di chi ha preso parte agli eventi a darci la misura di cosa abbia significato per le persone ritrovarsi per le vie cittadine, fare qualcosa assieme e, al contempo, godere anche di uno sguardo “altro”, quello degli artisti provenienti da tutta Italia che si sono espressi su temi come la cura o la luce, interpretandoli secondo la propria sensibilità.

Ma i benefici veri si vedranno sul lungo termine perché iniziative come queste sono un seme che, soltanto se coltivato nel tempo, potrà davvero dare frutti.

Abbiamo scelto la street art, ritenendo che fosse la forma artistica più idonea allo scopo: una pratica che nasce e prende il nome proprio dalla strada, democratica, che ha il pregio di avvicinare all’arte anche coloro che non andrebbero mai a cercare una mostra o qualcosa di simile nella propria città, così come chi vorrebbe ma non hai i mezzi per farlo. L’arte di strada parla a tutti, occupa lo spazio pubblico e in qualche modo lo riconsegna a chi lo popola, “arriva agli occhi e alla pancia”, come ha osservato uno degli street artist che ha partecipato al progetto, e non fa distinzioni di genere, età, status.

Siamo consapevoli di quanto negli ultimi anni l’utilizzo di questa forma d’arte sia diventata quasi una moda e di come venga sovente utilizzata da chi governa le città in maniera superficiale; assistiamo spesso a operazioni ruffiane e di pura cosmesi urbana con cui le amministrazioni locali si fanno belle agli occhi dell’elettorato e che non portano alcun miglioramento al territorio e a chi lo vive.
Sappiamo bene che, affinché si possa parlare di una vera e propria riqualificazione dei centri come delle periferie servono politiche economiche e sociali adeguate. Nondimeno, siamo fieri di poter affermare che TRAME è stato ideato, vissuto e fruito come un vero progetto di arte sociale, cercando di non lasciare indietro nessuno. Una manifestazione che non solo ha visto le opere prendere letteralmente vita in mezzo alla gente, ma ha fatto nascere interazioni e scambi vivaci con/tra artisti e passanti, laboratori per bambini e adulti, visite guidate per le scuole e un interesse sincero che ha abbracciato una fascia davvero ampia di popolazione.

Siamo convinti che la street art e manifestazioni come la nostra abbiamo aiutato e possano aiutare ad alimentare anche il rispetto di quello che viene inteso come bene comune, che sta fuori e quindi appartiene a tutti, una sorta di regalo collettivo di cui grandi e piccini hanno finalmente voglia di prendersi cura, non è un caso che nessuna delle opere realizzate in questi tre anni sia stata deturpata. Fare e portare arte per le strade di Grosseto ha fatto (ri)emergere l’umanità delle persone e riacceso la loro curiosità sopita.

A volte, si chiude una porta e si apre un portone, altre volte quel portone resta serrato per sempre. Nel nostro caso si sono chiuse delle saracinesche e si è aperta una finestra.

Su cosa? Su mondi che prima non c’erano: in primis, quegli degli artisti e ciò che portano con sé che attiene allo specifico della loro pratica, ma anche al loro bagaglio in termini di provenienza, formazione, cultura, visione della società. E poi i mondi di chi guarda che si incontrano e si scontrano con ciò che vedono e con la presenza e la visione di chi osserva intorno a sé.

E cosa c’è di più salutare, per una piccola cittadina troppo spesso tacciata di chiusura e provincialismo, che ritrovarsi per le proprie strade e contemporaneamente aprirsi all'”esterno”, al nuovo, farsi contaminare, accogliere tanti “stranieri” ed ereditarne il segno.

In questo senso, la frase di Luciano Bianciardi, uno degli intellettuali maremmani più conosciuti e apprezzati, riportata su una delle serrande dipinte del centro, può essere considerata una fotografia di ciò che durante Trame è accaduto e accade a Grosseto: “una città aperta al vento e ai forestieri”, così torna a essere la nostra città nei giorni del festival, e quel vento lo vogliamo sentire soffiare ancora a lungo e più forte che mai.

Vi aspettiamo per fare tempesta alla prossima edizione di TRAME festival!

Scopri gli artisti di TRAME

Trame Festival è un progetto di CLAN realizzato grazie al contributo della Fondazione CR Firenze.