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Il 22 settembre del 1888 viene pubblicato il primo numero del National Geographic Magazine, quindi oggi, quella che è probabilmente la rivista più famosa al mondo (tradotta in circa 40 lingue e letta ogni mese da 50 milioni di persone), compie ben 132 anni.
La pubblicazione del primo numero, stampato in circa 200 copie, seguiva di circa 9 mesi la fondazione dell’omonima società.
Costituita inizialmente da 33 membri, per lo più scienziati ed esploratori, la National Geographic Society aveva lo scopo di sviluppare e diffondere le conoscenze geografiche, così al tempo il magazine appariva molto più simile ad una rivista scientifica, con contenuti prettamente testuali.
Per vedere la prima edizione illustrata occorre attendere il 1889, e solo attorno al 1910 la rivista inizierà a fare ampio uso di fotografie, tratto per il quale diventerà celebre in tutto il mondo.
Ma per trovare numeri del National Geographic graficamente simili a quelli che conosciamo oggi dobbiamo attendere il 1959, anno in cui l’editore decide di inserire la foto di copertina.
Marios Kapsis ha raccolto per Medium.com le copertine più iconiche della rivista (qui l’articolo integrale) raccontando il legame a doppio filo tra il magazine e la fotografia.
Aveva uno sguardo incredibile e penetrante”, ma c’era una folla di persone intorno a noi, la polvere turbinava. Era prima delle fotocamere digitali e non si poteva mai dire cosa sarebbe successo alla pellicola.
Steve McCurry
Quando ho sviluppato l’immagine, sapevo che era speciale. L’ho mostrato al direttore del National Geographic, e lui è balzato in piedi e ha gridato: “Questa è la nostra prossima copertina”.
L’arte e la scienza americane si sposavano sulle pagine della rivista. Avevano squadre di fact-checkers ancora più formidabili di quelle del New Yorker – erano così affidabili che pare che il governo americano si sia rivolto spesso al famoso dipartimento di mappe geografiche per chiarimenti su questioni di confini sensibili.
Tratto da National Geographic – 125 years of groundbreaking travel photography di Pico Iyer, leggi l’articolo integrale su The Guardian
Avevano tecnologia all’avanguardia per la stampa delle foto sin dai tempi di Edison, e lo spirito dell’esplorazione che presto avrebbe portato gli uomini sulla luna era evidente in ogni rivelazione di qualche insospettata meraviglia naturale.
[…] Come l’altro periodico onnipresente dell’epoca, Playboy, il Geographic a volte era più guardato che letto. Tuttavia, il “libro giallo” onnisciente aveva un’autorità indiscutibile; Pare che Lyndon B. Johnson [trentaseiesimo presidente degli Stati Uniti] sostenesse di essere cresciuto con “la Bibbia in una mano e il Geographic nell’altra”.