La FotoCosa del Giorno | Joel Meyerowitz

FotoCose | la FotoCosa del giorno

6 marzo 1938 | Nasce Joel Meyerowitz

Joel Meyerowitz è nato e cresciuto nel quartiere del Bronx, a New York, e ritiene che l’educazione di strada che ricevuta sia stata fondamentale per alimentare in lui il piacere di osservare le persone, una sensibilità che è al centro della sua fotografia.

Nel 1962, quando lavorava come direttore artistico in campo pubblicitario, la sua vita cambia improvvisamente. Si imbatté infatti in Robert Frank, che fece alcune foto, per un libretto di cui Joel aveva curato la grafica, e osservando Frank lavorare, Meyerowitz capì che era possibile scattare fotografie anche mentre fotografo e soggetto si stavano muovendo: un’illuminazione. Senza indugi lasciò il suo lavoro, prese in prestito una macchina fotografica e iniziò a scattare per le strade di New York.

© Joel Meyerowitz
© Joel Meyerowitz
© Joel Meyerowitz

In quei primi anni conobbe e divenne amico di Garry Winogrand, altro famoso street photographer, e nell’arco di 5 anni scattarono quotidianamente insieme sulla Fifth Avenue.

In un periodo in cui la “fotografia seria” era considerata solo quella in bianco e nero, Joel iniziò invece utilizzando pellicole a colori. Essendo un pioniere della fotografia a colori, ha di certo contribuito a far cambiare l’atteggiamento verso questa tecnica. I suoi libri, a partire dal suo primo “Cape Light”, sono ormai universalmente riconosciuti come classici della fotografia a colori, con centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il mondo.

I suoi lavori fanno parte della collezione del Museum of Modern Art, del Boston Museum of Fine Arts, The Art Institute of Chicago, e di molti altri musei nel mondo.

La fotografia di strada è l’unico mezzo che non deve nulla alla pittura o alle altre arti plastiche, è puramente fotografica“.

La sua visione del mondo e della fotografia, lo ha portato ad un approccio multiforme. I suoi lavori sono molto diversi tra loro, e si discostano molto anche dalla “street photography” per soggetti trattati, tipo di fotocamera utilizzata, luce, ritratti, paesaggi, ecc, ma nonostante tutto si riesce a distinguere la sua coerenza di visione, di stile e di idee. Come lui stesso afferma, “la fotografia sembra tratti di foto, ma in verità tratta di idee“.

L’unico fotografo a Ground Zero

Meyerowitz è stato l’unico fotografo ad ottenere il libero accesso al sito del World Trade Center dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 così che, già pochi giorni dopo l’attentato, Meyerowitz ha cominciato a creare un archivio di immagini sulla distruzione e ricostruzione di Ground Zero.

© Joel Meyerowitz

Il risultato è il World Trade Center Archive che conta più di 8.000 immagini, in parte in mostra al Memorial Museum dedicato all’11 Settembre. Grazie a queste foto, a disposizione anche per motivi di ricerca, Meyerowitz è anche stato invitato a rappresentare gli Stati Uniti all’ottava Biennale di Architettura di Venezia.

© Joel Meyerowitz

La quiete dopo la tempesta

Negli ultimi anni Meyerowitz ha deciso di prendersela con calma trasferendosi da New York e prendendo una casa nei pressi di Buonconvento, vicino Siena.

Aveva già visitato il posto durante un workshop al quale era stato invitato ad insegnare, ne era rimasto innamorato, et voilà!

Con sua moglie, Maggie Barrett, Meyerowitz ha ammirato questa alleata di cipressi “incredibile, simile a una cattedrale” dal 1995, quando l’autoproclamato “ratto di città” è stato invitato a tenere un seminario in una tenuta proprio vicino Buonconvento.

© Joel Meyerowitz

Ho 75 anni e due anni fa, alcuni dei miei amici più cari sono morti a pochi giorni l’uno dall’altro ”, dice Meyerowitz. ‘‘Boom. Boom. Come quello. E in entrambi i casi, stavano dicendo alle loro mogli: ‘Andiamo; viaggiamo; facciamo altre cose.’ E non è mai successo. Ho guardato Maggie e ho detto: ‘Cosa stiamo aspettando?’

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Fotografo e videomaker

Fotografo e videomaker, dal 2012 è contributor per Getty Images per le foto di viaggio. Oltre a realizzare servizi foto e video, ha organizzato corsi di fotografia anche in collaborazione con università italiane.