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C’era una volta la guerra fredda
Il 16 aprile del 1947 Bernard Baruch coniò il termine “Guerra fredda” per indicare le relazioni, o sarebbe meglio dire tensioni, diplomatiche tra Stati Uniti ed Unione Sovietica in quegli anni, basate sulla contrapposizione politica, ideologica e militare delle due superpotenze.
Il suo nome è legato all’americano “Piano Baruch” che, in merito al disarmo atomico, prevedeva un rigido controllo internazionale sull’estrazione e la lavorazione di minerali radioattivi, e che l’autorità internazionale dell'”Atomic Development Autority” avrebbe preso tutte le decisioni in merito all’osservanza delle specifiche.
Tuttavia gli Stati Uniti, che al tempo erano l’unica potenza dotata di armi nucleari, non avrebbero per il momento smantellato l’arsenale nucleare né interrotto la produzione di armi atomiche: comprensibilmente l’Unione Sovietica rigettò il piano proposto.
Propose quindi un piano alternativo che prevedeva l’immediato smantellamento dell’arsenale atomico ed escludeva l’Atomic Development Autority dai controlli diretti sull’economia degli Stati: ovviamente la controproposta non venne accettata dagli Stati Uniti.
Signori delle armi
La FotoCosa di oggi ci mostra il lavoro del russo Eduard Korniyenko “Lords of the Guns“.
In Russia l’educazione militare è già da molto tempo parte integrante del sistema scolastico. Fin da piccoli i bambini studiano la storia russa, si esercitano in modo appropriato per i loro compiti e le loro abilità di età, si allenano nei club militari patriottici.
Nella regione del Caucaso, dove il culto delle armi e delle tradizioni militari è forte, esistono scuole di cadetti specializzate. In queste scuole, insieme alla preparazione di base comune a tutte le scuole, si aggiungono discipline come insegnamenti spirituali, allenamenti sul campo di più giorni con serate all’aperto, salto con il paracadute e padronanza delle armi.
Le foto ritraggono in particolare i cadetti che effettuano regolarmente un intenso programma di addestramento presso la base situata vicino alla città di Stavropol (città natale del fotografo Korniyenko), dove affrontano in modo adulto il loro “dovere di soldati”.
Molti di questi bambini sognano una carriera militare. Uno dei cadetti, Dmitry Pavlov, a tal proposito dice: “Mi piace andare alle gite con tutte le attrezzature, sedermi accanto al fuoco di notte e cantare con una chitarra, indossare l’uniforme militare, lavorare con i cadetti più giovani. Anche la comunicazione con gli ufficiali è molto preziosa per me. Non imparerei in una scuola normale tutto ciò che ho imparato nella scuola del cadetto“.
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