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Il 6 Aprile del 1820 nasce a Parigi Gaspard-Félix Tournachon, meglio noto come Nadar. Orfano di padre sin dall’età di 13 anni, a partire dai 16 pare che la sua famiglia sia stata una strampalata combriccola di amici bohémiene che si radunavano nei caffé, scrivendo e dipingendo, o meglio, provando a scivere e dipingere.
Si definiva un letterato, ma in realtà sembra che all’epoca non fosse molto più che un mediocre romanziere ed un discutibile giornalista. Difatti questa sua prima avventura terminò con un fallimento economico, ma gli lasciò in dote lo pseudonimo con cui oggi lo conosciamo.
Fu invece un apprezzato caricaturista, e si dedicò con passione a far satira sulle ambizioni politiche di Napoleone III che, quando finalmente raggiunse il potere nel 1852, non si peritò di limitare la libertà di stampa, scagliandosi in particolare contro la satira politica che in più di un’occasione aveva influenzato con successo l’opinione pubblica.
Nadar Caricaturista
Imbavagliato da Charles-Louis-Napoléon, Nadar si cimenta allora nella realizzazione di quella che sarà una delle sue opere più note: Il Panthéon Nadar.
Iniziato con la sua matita da caricaturista, il Panthéon di Nadar era stato immaginato dall’autore come una serie di quattro imponenti litografie che avrebbero dovuto raffigurare 1200 influenti intellettuali del tempo (drammaturghi, scrittori, musicisti, attori ed artisti).
Il progetto si dimostra però fin da subito un fallimento commerciale (furono vendute solo 136 copie della prima litografia) e Nadar non andrà oltre questa prima tavola. Tuttavia fu particolarmente apprezzato dalla critica e contribuì a rendere noto il suo nome nella capitale francese.
Nadar Fotografo
Nadar, che era una creatura piuttosto eclettica ed esuberante, si reinventò per l’ennesima volta, approdando alla fotografia, disciplina che definva così:
La fotografia è una meravigliosa scoperta, una scienza che coinvolge gli intelletti più elevati, un’arte che affina l’arguzia delle anime più sagge e per la cui applicazione pratica basta la capacità dell’imbecille più superficiale.
Nadar sulla fotografia
Gettata la matita, prosegue idealmente il suo panthéon con la macchina fotografica.
Davanti al suo obiettivo si avvicenderanno personaggi dell’elite culturale parigina, gente come: Alexandre Dumas, Sarah Bernhardt, Richard Wagner, Charles Baudelaire, Michael Bakunin, Victor Hugo, Jules Verne, Gioacchino Rossini, Guy de Maupassant, Édouard Manet, Gustave Doré e molti altri.
Nadar Combattente
Quando ancora era un caricaturista, mosso da ideali libertari partecipò alla sollevazione della Grande Polonia del 1848, l’insurrezione dei polacchi contro le forze di occupazione prussiane.
Giunse nel Granducato di Poznań con un passaporto falso che lo identificava come il signor Nadarsky.
Catturato, venne condannato ai lavori forzati in una miniera e, una volta liberato, affrontò a piedi il viaggio di ritorno verso Parigi, durante il quale fu nuovamente arrestato dalla polizia prussiana. Al rientro da questa piccola odissea venne reclutato dai servizi segreti del governo provvisorio francese.
Nadar Padre della Fotografia Aerea
Quando, nel 1870, Napoleone III trascinò la Francia nella disastrosa guerra Franco-Prussiana, Nadar istituì il primo servizio di posta aerea al mondo per eludere l’assedio prussiano che cingeva Parigi. Preparò una flotta di palloni che avevano lo scopo di trasportare i sacchi con la corrispondenza oltre le linee nemiche.
La scelta di usare il cielo come via per far giungere la posta all’esterno della città non fu certo casuale, perché Nadar, oltre che scrittore, giornalista, illustratore, fotografo, rivoluzionario, patriota e spia, fu anche un pioniere dell’aerostatica.
Già nel 1858 si era librato sui cieli parigini con una mongolfiera, dalla quale aveva realizzato le prime fotografie aeree della storia.
Il suo aerostato Le Geant, era un colossale pallone da 6000 metri cubi di volume, che Nadar stesso aveva costruito, ispirando l’amico Jules Verne nella scrittura dei romanzi Cinque Settimane in Pallone e Dalla Terra alla Luna, il cui protagonista deve il suo nome, Ardan, all’anagramma di Nadar.
Dato che la passione per il volo sembra accomunare altri grandi fotografi di cui abbiamo parlato nelle nostre FotoCose (Josef Kudelka, William Eugine Smith e Don McCullin), qui a CLAN ci piace ricordare Nadar così come appare in un celebre autoritratto, dove col suo cappello a cilindro sta in piedi nel cesto di una mongolfiera che fluttua in cielo.
Una messa in scena a fini pubblicitari, realizzata nel suo studio all’ultimo piano del numero 35 di Boulevard des Capucines. Le nuvole sono uno sfondo dipinto, il cesto pende in sicurezza a pochi centimetri al pavimento e persino lo sguardo pensoso diretto all’orizzonte è un imbroglio, perché Felix Nadar era miope.
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